Vela in festa per i 90 anni di Pippo Dalla Vecchia

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Nella sua lunga e ancora viva carriera, è stato atleta vincente, dirigente illuminato e trascinatore, in FIV ha ricoperto le cariche di consigliere federale e vicepresidente. Le felicitazioni a Pippo dal presidente Francesco Ettorre e da tutta la Federvela

 

Oggi 8 giugno 2020, Giuseppe Dalla Vecchia compie 90 anni. Un traguardo importante, per un personaggio altrettanto grande, che ha trascorso gran parte di questi anni nel mondo della vela, dando e ricevendo molto, in diverse vesti: prima da atleta e velista che ha sfiorato l'accesso alle Olimpiadi. Poi da dirigente negli uffici della Federazione Italiana Vela a Genova. Quindi da Presidente di uno dei circoli storici della vela italiana, il Savoia di Napoli.

Il Presidente FIV Francesco Ettorre ha scritto a Pippo Dalla Vecchia una lettera di felicitazioni personali anche a nome di tutti i tesserati e gli appassionati di vela: "In attesa di poterTi abbracciare di persona, con gioia: Buon Compleanno Pippo da tutta la vela italiana."

Dalla Vecchia è un personaggio importante, passato attraverso tutti gli aspetti dello yachting in lunghi anni assimilandone i cambiamenti ma proponendo sempre la sua visione, il suo modo di essere e soprattutto di comunicarlo.

Da atleta, nel quadriennio 1957-1960, prima delle Olimpiadi di Roma, Pippo combattè per la selezione olimpica nella classe Finn, contro Bruno Trani Adelchi Pelaschier, Nicola Fago e altri. Gli è mancata la possibilità di sfidare l'immenso Paul Elvstrom nelle acque di casa: ai Giochi andò a sorpresa il finnista monfalconese Bruno Trani. Ma sentite cosa accade, perchè è già un segnale che di questo Giuseppe Dalla Vecchia si sarebbe sentito parlare a lungo: viene scelto per far parte, sia pure come riserva, del Comitato di Regata olimpico del campo "Giallo" (Star e Flying Dutchman, pensate che spettacolo sotto al Vesuvio), il cui presidente era Egisto Picchi, un altro monumento. Così Pippo vive e respira l'aria olimpica nella sua Napoli, è già del tutto "dentro" alla vela che conta. E non ne uscirà più.

Nel quadriennio 1969-1972, obiettivo le regate di Kiel, Pippo combatte ancora e sfiora per la seconda volta la selezione olimpica, stavolta nella classe Tempest (un doppio a chiglia fissa molto tecnico che fu olimpico solo per due edizioni): lui al timone con Paolo Luise a prua. Selezioni secche tra La Maddalena e Porto Ercole. In corsa gli alassini Gianpiero Dotti e Francesco Sibello (il papà di Pietro e Gianfranco), che alla fine vinceranno e andranno a Monaco, e i gardesani Paolo Bonvicini e Ettore Oradini.

Sono anni importanti: Beppe Croce, il presidente FIV, è eletto anche presidente dell'IYRU (International Yacht Racing Union, la federvela mondiale, che poi diventerà ISAF e quindi, oggi, World Sailing). In Consiglio Federale i vicepresidenti Enrico Ducrot e Aurelio Gaetano Polacci, tra i membri oltre a Marcello Campobasso che rappresenta la vela napoletana, si fa strada un certo Sergio Gaibisso, che guida la Commissione Sportiva. Nell squadra olimpica di quel tempo spicca un giovane di bellissime speranze, Mauro Pelaschier, sulla Star vanno ai Giochi Flavio Scala e Mauro Testa, spremuta di Garda, sul Soling i napoletani Giuseppe Milone, Roberto Mottola e Antonio Oliviero...

E così, dopo tante regate, tanto girovagare intorno ai cinque cerchi, ecco la nuova stagione di Giuseppe Dalla Vecchia: entra in Consiglio Federale FIV nel quadriennio 1985-1988, presidente un altro super napoletano come Carlo Rolandi, vicepresidenti Stefano Modonesi (poi dimessionario e sostituito da Giancarlo Sabbadini a metà quadriennio) e Sergio Gaibisso. E' un Consiglio di qualità: tra gli altri Pietro Arvedi, Matteo Guccione Alù, Carlo Leonardi, Arrigo Marri, Cesare Quaggiotti, Paolo Rosi, Giorgio Tusacciu...

Il primo ruolo guida di Pippo in Federazione è la responsabilità dell'Organizzazione Periferica (da sempre un posto chiave per osservare, conoscere e interagire con il corpo connettivo della FIV, ma dal 1987 entra a far parte (occhio anche a questa "coincidenza") del Settore "Stampa, Propaganda e Pubbliche Relazioni". Il che lo porta dritto dritto a quello che è stato, allo stesso tempo, una vocazione, un palcoscenico, un trampolino: la direzione del giornale della FIV, "Sport Vela".

Chiuso a fine anni Novanta, per risparmiare su carta e spedizioni postali, e con grande anticipo sulla digitalizzazione dei media, Sport Vela non esiste più da quasi 30 anni, e la stragrande maggioranza dei velisti di oggi non lo ha conosciuto. Ma immaginate la potenza di quel magazine, stampato e spedito alla totalità dei tesserati (al tempo tra cinquanta e sessantamila). Sport Vela era la voce della vela e della FIV. E Pippo era il suo cantore inimitabile, mettendo in luce così un'altra sua carratteristica, la capacità di raccontare, di attrarre con le storie. Oggi sarebbe uno storyteller (lo è ancora, garantito) straordinario con gli strumenti dell'era dell'informazione.

Restano memorabili alcune sue interviste per Sport Vela, come quella a Sergio Gaibisso, responsabile delle scelte olimpiche, quando gli chiese: "Sergio, a questo punto tira fuori i nomi, classe per classe. I nostri lettori vogliono i nomi". Vi immaginate oggi una domanda del genere a un consigliere federale, o al Direttore Tecnico, da parte di un altro consigliere in funzione di direttore del media FIV del momento (il sito, la pagina facebook)? Pippo non immagina, fa. E brucia le tappe.

Nel quadriennio 1989-1992 è già vicepresidente FIV, insieme a Sabbadini e Sergio Santella, con Sergio Gaibisso nuovo presidente. E' sempre nella "Stampa e propaganda", a capo della quale - però - si è nominato lo stesso Gaibisso. Tra i due amici e rivali, Sergio e Pippo, è iniziato di fatto un lungo e appassionante match race per la leadership e la guida della FIV.

Una regata che si conclude con un arrivo in volata. Il 12 dicembre del 1992, con l'Italia ancora avvolta nelle emozioni del Moro di Venezia finalista in Coppa America, e poi purtroppo nella stagione giudiziaria di "Mani Pulite", a Genova si tiene l'assemblea elettiva FIV. Per la prima volta nella storia della Federazione ci sono due candidati, e il risultato resta in bilico fino all'ultima scheda. Spoglio a mano, si leggono i foglietti uno ad uno. Dalla Vecchia arriva ad avere un vantaggio di decine di voti, apparentemente incolmabile. Poi la rimonta di Gabisso. Finale ancora oggi da ricordare: per soli quattro voti Gaibisso è confermato.

Dalla Vecchia, alla sua maniera, dichiara subito di lasciare la "nave" federale e dedicarsi ad altro. Dopo un breve detox velico, assumerà la presidenza del Reale Yacht Club Canottieri Savoia, a Santa Lucia, che vive momenti di grande difficoltà. In pochi anni, con idee, sapienza, capacità, dedizione totale, colpi di teatro, insomma con la sua bravura, prima risana e poi rende splendente il Savoia, che inizia una nuova primavera e torna una delle grandi "case" della vela italiana e mondiale, ospita capi di stato, grandi eventi, cresce talenti, ripulisce il porticciolo, accoglie, acclama, richiama, racconta - ancora una volta - le tante storie che nessuno come Giuseppe Pippo Dalla Vecchia sa mettere insieme, parola dopo parola, gesto dopo gesto.

Dopo tanti anni alla guida del Club - la cui immagine stessa si rispecchia in lui, dalle cucine ai menù, dai saloni ai trofei, dalle tende ai lampadari, dai suoi inimitabili sermoni da intrattenitore - Pippo lascia con un'altra delle sue uscite teatrali, per essere poi insignito della carica di Presidente Benemerito.

Onnipresente sulle banchine, di nuovo papà nella terza età, generoso e desideroso di spandere la sua verve, le sue idee graffianti che in fondo sono anche sogni. Gli ultimi, infranti, la grande riqualificazione dell'area di Pozzuoli e Nisida, e la sede olimpica della vela per i Giochi (poi ritirati come si sa) di Roma 2024. Il bello di Pippo? E' che mentre noi inseguiamo affannosamente il quotidiano e i suoi avvenimenti, lui è già avanti, a tracciare storie. Delle quali abbiamo sempre bisogno. (FC)